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Ti sei mai chiesto cosa accadrebbe se smettessi di aggrapparti alla riva e ti lasciassi trasportare dal flusso della vita?

Avevamo sognato a lungo quel viaggio, immaginando di perderci tra il caos pulsante delle città e l’anima più autentica e spirituale della Thailandia. Quando Ludovico, con la sua innata curiosità da esploratore, mi aveva mostrato sulla cartina il piccolo villaggio di Amphawa e il suo mercato galleggiante, avevamo capito all’istante che quella tappa sarebbe stata un punto fermo nel nostro itinerario.

Dopo aver vissuto i primi giorni a Phuket, lasciandoci avvolgere dalla bellezza selvaggia della natura e dalle spiagge incontaminate che circondano questa grande isola affacciata sul mar delle Andamane, siamo atterrati di nuovo a Bangkok, pronti a immergerci nella parte più culturale e tradizionale del Paese. Avevamo il profondo desiderio di rallentare, di assaporare la Thailandia con tutti i sensi, di respirare ogni essenza e ascoltare le storie racchiuse nei suoi vicoli e nei suoi templi.

Alla Scoperta di Amphawa: Un’Immersione Autentica nella Tradizione Thai

Siamo arrivati ad Amphawa con un Grab (Grab e Bolt sono i due “Uber” più utilizzati in Oriente), attraversando il traffico rumoroso della capitale e, appena scesi dall’auto, ci avvolse una quiete delicata e penetrante. Era come varcare una soglia invisibile: le luci soffuse e il fluire placido dell’acqua ci trasportarono subito in una dimensione più intima e meditativa. La nostra guest house, un’antica costruzione in legno affacciata sul canale, trasudava storia e tradizione: arredi intagliati, oggetti carichi di memoria, un’atmosfera che sembrava sussurrare racconti di un’epoca lontana.

Il Mercato Galleggiante: Un’Ondata di Colori e Tradizioni

Mentre facevamo il check-in, una barchetta si avvicinò lentamente. A bordo, una donna con un cappello tradizionale grigliava spiedini di carne sulla brace ormai bianca; il fumo leggero si mescolava all’aria e il profumo speziato ci raggiunse all’istante. Senza pensarci due volte, ne prendemmo uno direttamente dalla barca. Fu il nostro primo assaggio di Amphawa.

Poi, senza perdere tempo, afferrammo la macchina fotografica e ci tuffammo nel cuore del mercato. I vicoli brulicavano di vita: bancarelle ricolme di spezie, frutta esotica e piatti fumanti si susseguivano senza fine, mentre le voci dei venditori creavano un’armonia perfetta. L’odore di pesce grigliato si diffondeva mescolandosi con l’aria salmastra del canale e la dolcezza dei tipici dolcetti al cocco, stimolando tutti i nostri sensi. La musica dal vivo, i sorrisi della gente, i colori sgargianti degli abiti tradizionali: tutto era un’onda sensoriale che ci travolgeva, lasciandoci incapaci di decidere dove posare lo sguardo. Ludovico mi regalò un braccialetto con il simbolo di un elefante, un piccolo portafortuna, e insieme decidemmo di assaggiare ogni pietanza che ci sembrasse nuova, senza porci domande, lasciandoci guidare dalla curiosità.

Lady with large hat preparing and selling delicious spicy food in her giant wok in Amphawa's floating markets, Thailand.
© 2025 Lechuguita Photos – Lady with large hat preparing and selling delicious spicy food in her giant wok in Amphawa’s floating markets, Thailand.

Una Serata Magica a Bordo di una Barchetta

La serata si concluse in un’atmosfera incantata. A bordo di una barchetta, scivolammo silenziosi tra le acque oscure del canale, osservando le lucciole che danzavano nell’aria come luci scintillanti di un albero di Natale. Una di loro si posò sulla mia mano per un istante appena, e in quell’attimo il mondo sembrò fermarsi. I templi illuminati facevano da sfondo a quella visione sospesa tra sogno e realtà, e la quiete della notte ci avvolgeva come un soffice mantello.

Tornati alla guest house, la notte si allungò tra chiacchiere e risate con un gruppo di amici thailandesi. Ci fecero sedere con loro, condividendo cibo e racconti, facendoci sentire parte di qualcosa di grande, come se fossimo sempre appartenuti a quel posto.

Il Rituale della Mattina: I Monaci e la Preghiera

All’alba, ancora avvolti dalla magia della notte precedente, ci svegliammo presto per non perderci un rituale che sapevamo sarebbe rimasto scolpito nei nostri cuori. Ogni mattina, i monaci attraversano il canale in barca per raccogliere offerte e benedire le famiglie del villaggio. Ci sedemmo a gambe incrociate sulle tavole di legno, mentre il silenzio si mescolava al suono alternato dei remi. Ogni movimento dei monaci, in silenzio, sembrava danzare con il ritmo del canale e le loro vesti arancioni risplendevano alla luce del mattino, fluttuando armoniosamente. Respirai a fondo, lasciando che quel momento mi attraversasse. Sentivo la pace scivolarmi dentro, una calma rara, intensa, come se fossi finalmente nel posto giusto.

Monk hurrying across wooden homes near the temple in Amphawa, Thailand.
© 2025 Lechuguita Photos – Monk hurrying across wooden homes near the temple in Amphawa, Thailand.

L’Incontro Inaspettato: Il Varano che Emerse dal Canale

Tutta quella quiete fu tutto a un tratto interrotta da un’improvvisa increspatura sull’acqua. Dal canale emerse lentamente un varano, il suo corpo massiccio e verde screziato sembrava muoversi con la stessa fluidità della corrente. La pelle ruvida brillava sotto la luce del mattino e la sua lingua biforcuta guizzava fuori, sfiorando la superficie dell’acqua e disegnandone il riflesso. Restammo immobili, il cuore che batteva più forte, mentre il varano si muoveva con grazia, come se fosse parte integrante di quel paesaggio, quasi un simbolo stesso della serenità che regnava intorno. Il timore e la meraviglia si mescolavano dentro di me mentre Ludovico, con la sua solita curiosità, osservava affascinato. Ci guardammo e scoppiammo a ridere: quell’incontro inaspettato rendeva la nostra avventura ancora più memorabile.

Il Bamboo Sticky Rice e l’Ultima Esplorazione: Il Mercato del Treno

Dopo un’ottima colazione, i nostri amici thailandesi ci fecero assaggiare il bamboo sticky rice, un riso glutinoso dolce cotto all’interno di un tronco di bambù, dal sapore avvolgente e leggermente affumicato. Era incredibile come ogni piccolo dettaglio di quel viaggio avesse il potere di sorprenderci.

Con le energie ricaricate, ci preparammo per l’ultima esplorazione: volevamo visitare altri templi e il mercato del treno, una delle attrazioni più particolari della Thailandia. A differenza della quiete di Amphawa, qui il caos era tangibile: bancarelle di ogni tipo affollavano i binari ferroviari, cariche di pesce fresco, verdure e souvenir. L’aria era carica di voci, richiami e odori intensi. Ma la vera magia accadeva all’arrivo del treno.

Un suono metallico in lontananza avvertiva i venditori, che con una sincronia perfetta iniziavano a ritirare i loro banchi, abbassando i tendoni e spostando la merce con movimenti rapidi e precisi. Il treno colorato avanzava lentamente tra la folla, sfiorando quasi le bancarelle, per poi proseguire il suo cammino. E, come per incanto, non appena le ruote scomparivano all’orizzonte, il mercato riprendeva vita nel giro di pochi secondi, come se nulla fosse accaduto.

Era l’ultimo frammento di quel viaggio che ci avrebbe accompagnato per sempre. Un’esperienza sospesa tra meraviglia e autenticità, tra la spiritualità dei monaci e l’esuberanza del mercato, tra la quiete dell’acqua e il fremito della vita.

E forse, in fondo, è proprio questa la bellezza della Thailandia. Come un fiume che scorre senza opporre resistenza, alterna momenti di calma e tempesta, silenzi densi e caos assordanti. Amphawa ci ha ricordato la bellezza delle cose semplici, dei gesti inaspettati e dei movimenti lenti che accompagnano il flusso della vita. Ci ha insegnato che a volte basta fluire senza forzare, per  nutrirci anche degli attimi di sospensione, di tranquillità in cui possiamo semplicemente esistere e apprezzare ciò che ci circonda. Così come l’acqua, che scivola senza ostacoli, accetta ogni curva, ogni inciampo, adattandosi e trasformandosi pur mantenendo la sua essenza. Forse anche noi dovremmo imparare a fare lo stesso, a non lottare contro le correnti, a non spaventarci nei momenti di tempesta e ad avere fiducia nel fatto che il caos precede sempre nuovi equilibri. 

E allora, accogliamo con gratitudine ogni piccola esperienza che ci viene incontro, continuiamo ad allenare la capacità di osservare ciò che ci circonda, smontiamo le attese. È solo così che possiamo riuscire a cogliere la meraviglia dell’inaspettato, delle deviazioni improvvise, degli incontri non previsti.

E tu? Sei mai riuscito a lasciarti sorprendere da un viaggio? Quali emozioni o scoperte ti hanno fatto sentire veramente vivo, nel profondo del tuo essere?

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“E ricordati sempre di trattare il viaggio come metafora della vita!
Perchè il sole sorge sempre, e un altro giorno ci aspetta.”

Un abbraccio da Lechuguita

4 risposte

  1. Molto bello. Lasciarsi andare e disconnettere se stessi dal frastuono delle inutilità di un mondo sempre in corsa… Viaggiare con cognizione e curiosità, con l’ascolto che richiede attenzione al qui e ora.

  2. Bellissimo racconto e bellissime foto! Siete davvero riusciti a farmi immergere in quei luoghi incantati, chiudendo gli occhi posso quasi sentire gli odori del mercato e quei sapori così diversi dai nostri.
    Mi avete fatto venire voglia di sognare il prossimo viaggio!

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